Intervista a MIAO RAN
“Non sono certo del perché abbia scelto l’Italia…forse perché anche in Shaanxi ci mangiamo un sacco di pasta al ragù e anche là si produce un ottimo aceto balsamico”
Nato nel 1987 in una “piccola città” (più di 500 mila abitanti) nella provincia dello Shaanxi, nella Cina nord occidentale, Miao Ran arriva a Milano nel 2008, per la prima volta in Italia. Non era mai uscito dalla Cina, come del resto tanti cinesi della sua generazione. Frequenta un master in Fashion Design in Naba dove tuttora insegna. Dà vita al suo omonimo brand nel 2014.
Ciao Miao - che rapporto hai con la tua terra di origine, lo Shaanxi?
Odio totale (ride). Lo so che è strano. Non sento mai il bisogno di tornare a casa, sono tornato lo scorso anno, ma era da tantissimo tempo che non tornavo in Cina. Mia madre vive a Milano, in Cina ci sono i nonni. Scusate, ma perché devo tornare? Non ne ho voglia. Ora abbiamo tutti i mezzi per connetterci in qualsiasi posto nel mondo con WeChat ecc., possiamo fare video call e parlarci tutti i giorni. Non c’è niente che mi lega a quel posto e che mi faccia venir voglia di tornare.
Se potessi scrivere una lettera a Miao di dieci anni fa, cosa gli diresti?
Non seguire i trend. Mai. E di fatti ho sempre cercato di fare quello in cui credevo e che mi piaceva. I capi che creo sono solo “house of body”, uno spazio creato dal tessuto. Il fine ultimo è vestire un corpo, che sia uomo o donna, non ha valenza. Anni fa ci hanno messo l’etichetta genderless, etichetta inutile e concetto ormai superato.
Sempre anni fa avevamo iniziato anche noi a proporre capi con materiali sostenibili e poi è iniziato il trend della sostenibilità. Oggi tutti pensano di fare roba sostenibile, che di per sé è un bellissimo concetto, ma non credo possa funzionare perché in fondo non interessa a nessuno della sostenibilità.
Io credo più nella qualità. Che è più sostenibile della sostenibilità. Quando abbiamo un bel cappotto di qualità o una bella giacca sartoriale che ci durano anche tutta la vita viene meno il bisogno di riempirci gli armadi di roba che tanto non useremo.
Cosa saresti stato se non fossi stato un designer?
Un gatto 😼
All images © Contemporary Asia (Ph: Laura Baiardini)