“Il lago delle oche selvatiche” 南方车站的聚会

Regia - Diao Yinan (2019)

Fotografia - Dong Jinsong

“Non vado da nessuna parte. Sei qui per aiutarmi. Posso fidarmi di te?”

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GANGSTER  VS. POLIZIOTTI - Ambientato a Wuhan, il racconto segue Zhou Zenong (interpretato da Hu Ge), un gangster che si è nascosto in città dopo aver ucciso accidentalmente un poliziotto. Braccato dalla legge e dai rivali, Zhou sa di essere condannato ed escogita un piano per trasformare la cospicua taglia sulla sua testa in un ultimo regalo per sua moglie. Liu, una prostituta interpretata da Gwei Lun-mei, lo aiuta a compiere finalmente la missione nonostante le immense difficoltà. La storia è semplice e quasi allegorica: un uomo del mondo criminale è catapultato in un pericoloso viaggio verso la morte per riscattarsi.

DESOLAZIONE - Zhou si aggira nei vicoli piovosi e degradati di Wuhan.

La cupa scena di apertura del film si svolge sotto una pioggia battente vicino a una stazione ferroviaria. Nel corso del film, le location fanno riferimento a una Cina di uno squallore esistenziale molto simile a ciò che Jia Zhangke ci mostra nel suo cinema: complessi di appartamenti in rovina, alberghi fatiscenti e spiagge dove le prostitute lavorano sotto lo sguardo freddo dei protettori. Liu, che nasconde trionfalmente il suo aspetto moderno e la sua delicatezza urbana, fa ancora parte di questo mondo desolato, vivendo ai margini senza speranza alcuna verso il futuro.

Diao ci mostra la dissolutezza della Cina contemporanea imbarcando i suoi personaggi in un viaggio verso il nulla.

SIGARETTE - Il primo dialogo tra Zhou e Liu ha luogo alla stazione ferroviaria, con la giovane donna che chiede una sigaretta - non è la donna che lui si aspetta, ma qualcuno con cui dovrà fare i conti. Le sigarette sono coinvolte in molte scene del film, tratto distintivo del genere noir.

I NEON - La prima scena del film rivendica immediatamente uno stile neo-noir con colori saturi e immagini meticolose, in cui ogni singola inquadratura sembra essere composta con un'attenzione ossessiva per i dettagli.

Questo film è cupo e malinconico come i vecchi classici, ma il regista Diao Yinan ha saputo creare un dramma criminale molto contemporaneo. La stazione ferroviaria è tutta cemento, neon e luci fluorescenti, niente a che fare con il chiaroscuro del noir come lo conosciamo.

CAOS E VIOLENZA - Tutti tradiscono (quasi) tutti. Sembra che Zhou non possa nemmeno fidarsi dei suoi compagni criminali.

La morte è percepita come parte della vita quotidiana e accettata come legge della natura. C'è un senso di impotenza e l'ineluttabilità del destino in tutto il film.

Diao crea atmosfere di violenza e mistero notturno e offre alcune delle scene di combattimento più originali e emozionanti dei film cinesi contemporanei, tra le altre quella in cui Zhou viene accerchiato da dei criminali. Nelle mani di Zhou praticamente qualsiasi cosa può diventare un'arma, compreso un umile ombrello. Una scena di una violenza frenetica e sanguinolenta. Improvvisamente, la Cina sembra essere diventata il posto più noir sulla Terra.

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