Intervista a Cosmic Lattex

Sono sempre stata un po' nerd, vivo più di là che di qua nella vita reale. E siccome mi piaceva snerdare ho iniziato a intripparmi su come unire le immagini al movimento e alla musica e da lì mi è venuto il pallino dei video”

Paula Lingyi Sun, aka Cosmic Lattex, nasce nel 1990 nello Shandong. Il primo periodo della sua vita lo passa girovagando per il mondo per il lavoro del padre tra Singapore, Kyoto, Parigi e Svizzera, finché poi si trasferisce in Italia da ormai adolescente.

Studia lingue orientali in Sapienza e parla cinese fluentemente, 'però non lo so scrivere bene e non leggo benissimo', dice.

Fotografa, art director e videomaker. A Roma ha co-fondato il suo studio cinematografico CL223 (Cosmic Latte 223) e collaborato con artisti della scena romana come Gazzelle e Dark PoloGang.

Si trasferisce a Milano poco prima della pandemia Covid-19 e ora sta lavorando a un progetto video di carattere socio-culturale che racconta la diaspora cinese in Italia e l’esperienza che accomuna la maggior parte dei giovani cinesi: cercare la propria identità divisa a metà tra due culture.

  • Ciao Paula. Sei nata in Cina, hai vissuto in giro per il mondo e poi ti sei stabilita in Italia, prima a Roma e ora a Milano. Potresti raccontarci qual è il tuo rapporto con la Cina?

Sono sicura di avere un’idea della Cina che non corrisponde alla realtà…spesso me lo dice anche mia madre!

Sento il bisogno di ritornare in Cina per poterla riscoprire, per tappare dei buchi e aggiungere dei pezzi di puzzle che ho nella mia testa…Sono tornata in Cina prima della pandemia l'ultima volta, ma mai per viverci o per lavorare... e mi piacerebbe molto scoprirla sotto questi punti di vista, perché un conto è viversela da turista e un conto è scontrarsi con la realtà e i paradossi della vita quotidiana.

  • Da Roma hai deciso di trasferirti a Milano poco prima della pandemia. Pensi che ci siano delle differenze tra la comunità cinese a Roma e quella presente a Milano?

La comunità cinese di Paolo Sarpi a Milano è stata la prima ad insediarsi in Italia negli anni ‘20. Quindi essendo i cinesi arrivati prima a Milano, ci sono tante seconde e terze generazioni e tantissimi studenti universitari che arrivano da tutta la Cina per studiare a Milano. A Roma manca questa scena: c’è il classico ristoratore poco integrato nel suo contesto.

Mi sono trasferita a Milano poco prima della pandemia, ma qui mi sembra che la comunità cinese sia molto più coesa ed eterogenea, c’è più voglia di unire le due culture.

Questo aspetto mi ha colpita, mi ha affascinata. Per una volta ho potuto trovare una comunità in cui mi sono potuta riconoscere. Ho conosciuto artisti, fotografi e creativi cinesi, cosa che a Roma facevo fatica a trovare!

  • Abbiamo visto che sei fotografa, videomaker e art director. A Roma hai co-fondato il tuo studio CL223 e il tuo focus è stato principalmente quello dei music video collaborando con artisti della scena romana come Gazzelle e Dark PoloGang. Col trasferimento a Milano c’è in qualche modo stata un’evoluzione nel tuo percorso artistico?

Ho iniziato a fare la fotografa a 18 anni mentre andavo ancora all’università. Sono sempre stata molto nerd, vivo più di là che qua nella vita reale. E siccome mi piaceva “snerdare” ho iniziato a intripparmi su come unire le immagini al movimento e alla musica e da li mi è venuto il pallino dei video.

Ho fatto diversi video musicali ma poi ho iniziato a sentire il bisogno di fare qualcosa di più socialmente impegnato. Ora sto lavorando ad un progetto video che racconta l'excursus della comunità cinese in Italia. Mi sento più realizzata a creare qualcosa che possa avere un valore non solo estetico e commerciale ma anche e soprattutto etico e sociale…Uno dei temi principali del progetto è la ricerca della propria identità da parte di questi personaggi sospesi tra due culture e mondi completamente differenti.

  • E tu come sei riuscita a definire la tua identità e a capire cosa saresti diventata? In che modo il tuo lato cinese e quello italiano influenzano il tuo lavoro artistico?

Questo progetto è sicuramente anche un modo per esplorare me stessa. L'idea nasce durante la pandemia, col desiderio di rappresentare di più la comunità cinese e di trattare argomenti di cui si parla relativamente poco come discriminazione, ipersessualizzazione della donna asiatica in occidente, ma anche dei conflitti interiori che nascono nel trovarsi sospesi tra i due mondi.

Troppe volte mi son sentita fuori luogo e di dover nascondere la mia cultura per sembrare più italiana, più simile a ciò che mi circondava invece di celebrare la mia diversità e la mia cultura. Crescendo invece ho capito che era sbagliato nascondersi. Ora sto diventando sempre più cosciente della mia parte cinese ma analizzo tutto usando un cervello totalmente italiano: l'approccio diretto nella risoluzione dei problemi e anche il metodo lavorativo ne sono un esempio.

  • Se Paula dovesse scrivere una lettera alla sé di qualche anno fa cose le direbbe?

Beh in realtà sono dell'idea che qualsiasi cosa abbia fatto in passato mi ha portato ad essere la persona che sono oggi, quindi influenzare le mie decisioni passate potrebbe nel bene o nel male cambiare quella persona che sono oggi...quindi forse unica cosa che le direi è di svegliarsi un po’ prima su certe tematiche, di avere più consapevolezza della mia identità culturale, di accelerare il processo insomma.

  • E cosa saresti stata se non fossi stata un’artista?

Una chef alpinista criptopunk che fa i suoi piatti sotto forma di NFT (nerd alert!)

All images © Contemporary Asia (Ph: Laura Baiardini)

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