Thirst 박쥐(Bakjwi)
Regia - Park Chan-wook (2009)
Fotografia - Chung Chung-hoon
IL MITO SUI NON-MORTI - Thirst è uno dei film meno noti del celeberrimo Park Chan-wook, già regista – tra gli altri – di Old Boy, Lady Vendetta e Mademoiselle. Thirst, aka "Bakjwi" (letteralmente "Il Pipistrello"), è un film sui vampiri: tratta sì di quei temi cari al genere tra cui sangue, erotismo, violenza e morte, ma Park Chan-wook riesce anche a dare un tocco fresco e contemporaneo al genere. Thirst è un horror polivalente che si muove fra il romanticismo profano, la fede e il vampirismo.
CRISTIANESIMO E SPIRITUALITÀ INTERIORE - Song Kang-ho, attore feticcio di Bong Joon-ho (Memories of a Murderer, 2003; The Host, 2006; Snowpiercer, 2013; Parasite, 2019) interpreta un giovane prete cattolico carismatico e tormentato che sta vivendo una crisi vocazionale. Si offre volontario per una missione estremamente pericolosa in Africa: si farà iniettare consapevolmente un nuovo virus pseudo lebbroso che sta devastando il continente, per fare da cavia per una nuova cura. Tuttavia, contrae la malattia e muore, ma dopo una trasfusione di sangue di origine sconosciuta, sorprendentemente risorge insieme agli altri cinquanta volontari e viene considerato un santo guaritore dai fedeli.
LA LOTTA MORALE TRA FEDE E SETE DI SANGUE - Presto, Sang-hyun scopre che la trasfusione è stata effettuata utilizzando il sangue di un vampiro, iniziando così a manifestare una strana tendenza al vampirismo. Il desiderio di aiutare le persone, specialmente lavorando in un ospedale per i moribondi, comincia a entrare in conflitto con l'incontrollabile impulso di bere sangue, che, di riflesso, genera il dramma interiore e i relativi contro-effetti etici.
AMORE ROMANTICO E ANIMALITA’ - Quando Sang-hyun inizia a frequentare la casa del suo amico d'infanzia Kang-woo, che vive con sua madre, la signora Ra, e sua moglie Tae-ju, decide di abbandonarsi alle sue pulsioni e di permettere alla sua vera natura di emergere. Sang-hyun non riesce a resistere a Tae-ju e i due si lasciano coinvolgere in una relazione intensa e distruttiva.
A questa irrevocabile tendenza animalesca, tenta di contrapporsi però la vocazione etica sublimata nella fede sacerdotale del protagonista. È l’istinto che domina in Thirst, irrefrenabile, incontrollabile, che marionetta il corpo più del giudizio etico.
LA LIBERTÀ È SOLO UN'ALTRA GABBIA - Mentre Sang-hyun si sente in colpa per tutto ciò che sta facendo, Tae-ju abbraccia la loro relazione con una ferocia spaventosa. Lei non desidera altro che sfuggire alla sua vita familiare claustrofobica e a un marito succube di una madre manipolatrice, destinato a essere oggetto sacrificale di una passione distruttiva e moralmente cieca.
Come Oldboy e l'intera Trilogia della Vendetta, Thirst parla di personaggi che bramano la fuga dalle loro prigioni, solo per scoprire che in realtà la libertà è solo una gabbia più grande.
HUMOR E DEMOLIZIONE DEI TABU’ - La filmografia di Park Chan-wook è tutt’altro che rassicurante, proprio perché caratterizzata da una costante destituzione dei tabù. Utilizzando una combinazione di comicità slapstick, horror e pathos in un’estetica dai toni freddi, Park riesce a smontare molti dei cliché di questo sottogenere. A questo va aggiunta una buona dose di satira pungente del cattolicesimo tanto che l'esistenza stessa di Sang-hyun sembra incarnare l'ipocrisia della Chiesa.
l film è uno dei ritratti più atipici e dissacranti sulla vita dei vampiri. Thirst è insieme esigenza fisiologica e depravazione, bisogno e gola, amore e tradimento, sacro e profano, vita e morte. Park Chan-wook racconta l’accettazione della condizione umana, prendendo spunto dal valore contraddittorio e perverso della mortalità.