“Un lungo viaggio nella notte”- 地球最後的夜晚
Regia: Bi Gan (2018)
Fotografia: Yao Hung-i - Dong Jinsong - David Chizallet
“I ricordi mescolano verità e bugie mentre appaiono e svaniscono davanti ai nostri occhi”
AMOPRE E OSSESSIONE - In occasione del funerale di suo padre, Luo Hongwu (Jue Huang) fa ritorno nella sua città natale, Kaili, a 12 anni di distanza da una relazione che non è riuscito a dimenticare. Il suo ritorno ha scatenato un bisogno ossessivo di ritrovare la sua amata e di ricostruire quanto è avvenuto tra i due anni prima. Luo intraprende così un viaggio nella memoria, ma i suoi ricordi si mescolano alla sua immaginazione, la narrazione procede avanti e indietro, in modo irregolare e mendace.
Lo seguiamo mentre guida, cammina e a volte vola per Kaili alla ricerca della donna che può solo ricordare vagamente, Wan Qiwen (Tang Wei).
IL TEMPO PERDUTO E I RICORDI - I ricordi dell'ex amante continuano a riaffiorare. Nonostante con Qiwen sia finita da più di dieci anni, Luo non riesce a togliersela dalla testa, ma non può nemmeno fare affidamento sui suoi ricordi. Ci perdiamo così tra i suoi ricordi offuscati; Wan appare attraverso dei flashback, indossando sempre un distintivo vestito verde.
Il film riflette profondamente sulla natura stessa dei ricordi: possono essere inaffidabili e illusori come i sogni, ma forse lo stesso vale per la realtà in cui viviamo. Luo afferma: "La differenza tra i film e i ricordi è che i film sono sempre falsi...ma i ricordi appaiono e svaniscono davanti ai nostri occhi".
Come nei film dei maestri Andrei Tarkovsky e Wong Kar-wai, il film di Bi è lento e malinconico, con una feticistica attenzione ai dettagli.
REALTÀ VS SOGNO - Il film crea un paesaggio onirico di frammenti temporali dentro e fuori dalla realtà. Nella seconda metà del film Luo si reca da solo in un vecchio cinema e indossa un paio di occhiali 3D. Questo è il segnale al pubblico di prepararsi a un piano sequenza lungo 59 minuti, che segue Luo attraverso un surreale paesaggio notturno. La telecamera fluttua intorno a Luo mentre emerge da un pozzo di una miniera abbandonata, guida in motocicletta e poi si lancia con una carrucola in un villaggio di montagna con un salone da biliardo. Questo viaggio sorprendente e ipnotico attraverso la città di Kaili in 3D è enigmatico come il resto del film. Luo si è addormentato nel suo film 3D, sognando tutto ciò che vediamo? La seconda metà, è un'emanazione onirica della prima, o viceversa? "Un lungo viaggio nella notte" non si limita a rifiutarsi nel dare risposte definitive a queste domande, ma afferma anche che possono coesistere molteplici risposte, molteplici realtà.
LUOGHI ABBANDONATI - ACQUA - "Un lungo viaggio nella notte" è un film noir a suo modo, con paesaggi urbani suggestivi, sale da biliardo e edifici in rovina. Il film è ambientato nelle periferie di Kaili, un distretto post-industriale decadente con miniere di carbone abbandonate e una fabbrica fatiscente costruita dai sovietici che in seguito è diventata una prigione. Edifici che vengono demoliti, forse per creare qualcosa di completamente nuovo, in linea con la prosperità cinese.
L'acqua è un altro motivo ricorrente in tutto il film.
Dalle inondazioni alla pioggia, c'è acqua ovunque: un tunnel che si intravede attraverso un velo di pioggia malinconico, un vecchio edificio allagato con gli splendidi giochi di luce sui muri, i personaggi circondati da specchi appannati e pozzanghere increspate.
RICERCA DEL SÉ - Un film sull'amore ossessivo, l'amore perduto e quel senso di smarrimento dantesco che ci travolge inevitabilmente prima o poi nelle nostre vite, che ci fa provare una forte nostalgia per il passato e un'insidiosa paura del futuro. Luo desidera fortemente comprendere meglio se stesso: una storia d'amore onirica, in cui la ricerca del sé è tutto. Il viaggio diviene un’indimenticabile evasione gravitazionale, sfuggente e tormentoso come un sogno: "Se il mio corpo è di idrogeno, allora i miei ricordi sono di pietra", sentenzia la voce over nell'incipit del film.