Dagli edifici a nido d'ape a palazzi navi da guerra, passando per templi che sembrano navicelle spaziali. ll nostro viaggio in una Tokyo inusuale, tra il modernismo visionario del metabolismo e la forza grezza del brutalismo.

Chinatown a New York è una delle comunità asiatiche più grandi al di fuori dell'Asia. È un intricato groviglio di negozi cinesi aperti a qualsiasi ora, ristoranti, pagode, lanterne rosse, mercatini, merce contraffatta e pietanze esotiche.

Ogni cimitero in questa regione rappresenta una storia unica con architetture e simbolismi distinti, offrendo uno sguardo profondo nell'eredità culturale e religiosa delle comunità locali.

“Mi sento più libera di esprimere la mia creatività qui in Italia. La Natura è essenziale per me: le forme delle mie creazioni sono ispirate alla Natura. Penso che rimanere in Italia possa sicuramente permettermi di entrare maggiormente in contatto con la natura stessa”

“Ho imparato a fare art direction grazie all’incontro con diverse agenzie e persone, ad esempio Maurizio Cattelan sul set di Toilet Paper Magazine. Di conseguenza, il mio progetto Wakapedia è molto focalizzato sull’art direction oggi.”

“Sono sempre stata un po' nerd, vivo più di là che di qua nella vita reale. E siccome mi piaceva snerdare ho iniziato a intripparmi su come unire le immagini al movimento e alla musica e da lì mi è venuto il pallino dei video”

Con il loro mix di vocal zuccherati e blast beat forgiati alle porte dell'inferno, le BABYMETAL fondono l'estetica kawaii del Giappone e la teatralità del J-pop con la potenza esplosiva del power e del trash metal

l film è uno dei ritratti più atipici e dissacranti sulla vita dei vampiri. Thirst è insieme esigenza fisiologica e depravazione, bisogno e gola, amore e tradimento, sacro e profano, vita e morte. Park Chan-wook racconta l’accettazione della condizione umana, prendendo spunto dal valore contraddittorio e perverso della mortalità.

“Senti il tuo desiderio dal profondo del tuo cuore, continua a ballare e fare allenamento. Smetti di bere Tequila, metti i tacchi e fai vogueing e LipSync”

Il lavoro di Chen Zhe è difficilmente paragonabile a quello di altri fotografi asiatici. I soggetti che rappresenta rivelano un aspetto della Cina quasi mai visto prima.

‘Project 365’ è un progetto fotografico della fotografa taiwanese Zhong Lin, che ha avuto inizio durante il periodo di quarantena, il 23 aprile 2020 e si è concluso esattamente un anno dopo. L’obiettivo: creare un'immagine ogni giorno per 365 giorni.

“Volevo fare qualcosa che servisse sia a me che agli altri, nel caso avessi voluto parlare agli altri, cosa che poi ho fatto. Qui parlo di come mi sento io nei confronti dell’attualità e di come penso si possa sentire chiunque“.

Il film è un grande crossover tra musical, drama e commedia. "Memories of Matsuko" è un racconto d'amore, desiderio, dolore e della continua ricerca di uno scopo. È triste, piangerai, ma lo amerai.

“Probabilmente perché sono nato nello Xinjiang, ma mi è sempre piaciuta l'estetica islamica, soprattutto gli abiti, che trovo minimalisti e allo stesso tempo misteriosi.” La fotografia di Zhang Jingran offre una prospettiva unica sulla Cina contemporanea.

Un film sull'amore ossessivo, l'amore perduto e quel senso di smarrimento dantesco che ci travolge inevitabilmente prima o poi nelle nostre vite, che ci fa provare una forte nostalgia per il passato e un'insidiosa paura del futuro. Luo desidera fortemente comprendere meglio se stesso: una storia d'amore onirica, in cui la ricerca del sé è tutto.

Ogni traccia rappresenta un frammento della sua vita, uno sguardo nel suo diario. L’album ti trasporta nella curiosa dimensione di Yaeji, la quale, su una base prettamente house, canta le struggle quotidiane che toccano noi tutti come la difficoltà di alzarsi dal letto

“Blue Period parla del passato e Last Summer del futuro. Rimuovendo il colore grazie a una soluzione chimica, in Blue Period ho voluto parlare della sottrazione, mentre aggiungere nuove sfumature in post-produzione rappresenta il tentativo di Last Summer di raccontare l'aggiunta”.

“Non sono certo del perché abbia scelto l’Italia…forse perché anche in Shaanxi ci mangiamo un sacco di pasta al ragù e anche là si produce un ottimo aceto balsamico”

La prima scena del film rivendica immediatamente uno stile neo-noir con colori saturi e immagini meticolose, in cui ogni singola inquadratura sembra essere composta con un'attenzione ossessiva per i dettagli.

Scattando dei selfie surreali e bizzarri, crea collage dai forti connotati culturali giapponesi, criticandone così alcuni stereotipi: primo fra tutti la solitudine.